Non è un Museo tradizionale è, piuttosto, uno spettacolare e modernissimo contenitore di cultura e di idee. Si chiama “Museo Nicolis dell’Auto, della Tecnica, della Meccanica“, è a Villafranca di Verona, lo ha creato Luciano Nicolis, imprenditore veronese che ha fatto confluire in questa opera la sua grande passione per la tecnica e la meccanica.
Il museo racconta, attraverso centinaia di automobili, motociclette e biciclette, l’evoluzione dei mezzi di trasporto degli ultimi due secoli. Ma c’è molto di più in questo Museo-non-Museo: macchine fotografiche e per scrivere, strumenti musicali, oggetti introvabili.
I “numeri” delle 10 collezioni sono importanti: 202 auto d’epoca, 114 biciclette, 104 motociclette, 500 macchine fotografiche, 100 strumenti musicali, 102 macchine per scrivere, piccoli velivoli, una rara collezione di circa 100 volanti di Formula 1 e centinaia di opere dell’ingegno umano sono esposti secondo percorsi storici e stilistici.
All’area espositiva si affiancano il Centro Congressi e un Bookshop fra i più forniti del Nord Italia sul mondo dei motori.
Non è un caso che il Museo Nicolis rappresenti un “unicum” nel suo genere e venga indicato come emblematico della moderna cultura d’impresa.
I Nicolis, infatti, sono da oltre 80 anni imprenditori nel recupero di materie prime e secondarie, l’inizio risale al 1934 quando il nonno Francesco Nicolis, sensibile a ogni forma di risparmio e dotato di acuta intelligenza, decide di raccogliere ciò che gli altri gettano via: la carta da macero. Con l’aiuto di suo figlio Luciano (padre di Silvia e Thomas Nicolis), l’attività si espande velocemente e la nuova generazione, in pochi anni, riesce a dare un ulteriore slancio trasformando l’azienda di famiglia, sin dagli anni sessanta, in un gruppo leader in Europa per il recupero della carta da macero e un sicuro punto di riferimento nel settore dei servizi ambientali internazionali.
Concetti quali “raccolta e riutilizzo”, che hanno guidato la crescita dell’impresa cartaria, sono gli stessi che hanno alimentato la passione per il collezionismo di Luciano Nicolis, consentendogli di vedere dei gioielli dove altri vedevano solo rottami e aiutandolo nella instancabile opera di ricerca che lo ha portato a scovare in tutto il mondo auto d’epoca, a recuperarle, restaurarle e riportarle all’antico splendore.
Una passione che ha restituito alla storia dell’automobile un patrimonio altrimenti perduto.
Ne hanno innumerevoli testimonianze i visitatori del Museo che possono ammirare, fra gli altri, la “Motrice Pia”, il primo motore a benzina brevettato dal veronese Enrico Bernardi nel 1882, la Isotta Fraschini del 1929 (Viale del Tramonto, lo Zar Alessandro, Rodolfo Valentino, Isadora Duncan…), la Lancia Astura 1000 Miglia, unica al mondo, costruita appositamente per Luigi Villoresi, e le centinaia di moto, biciclette, strumenti musicali e fotografici, macchine per scrivere e oggetti inediti che raccontano la storia dell’uomo e della società degli ultimi due Secoli.