Olivetti, 1940, M40, Italia
La Olivetti M40 fu progettata tra il 1929 e il 1930 da Camillo Olivetti per sostituire la Olivetti M20.
Pur presentata durante il periodo della Grande Depressione, la M40 fu molto apprezzata per la sua qualità, velocità di scrittura e leggerezza di tocco della tastiera (di tipo QZERTY, come era comune sulle macchine da scrivere italiane).
Oltre ai tasti di scrittura la tastiera include una barra spaziatrice, due tasti delle maiuscole, un tasto fissamaiuscole, il tasto di ritorno, un tasto sblocca margine e, in alcune versioni, di 8 tasti di tabulazione decimale registrabili/deregistrabili mediante ulteriori due tasti. Vi sono infine due tasti per la scelta del colore del nastro.
Curiosità: non è presente il tasto col numero 1 che si ottiene utilizzando la lettera l (elle) minuscola oppure la I (i) maiuscola; allo stesso modo non è presente lo zero, che si ottiene digitando la O (o) maiuscola. Sebbene questo oggi possa sembrare strano, era invece piuttosto comune nelle vecchie macchine per scrivere. Mancano anche i tasti per le vocali accentate maiuscole usate nella scrittura della lingua italiana. La macchina era venduta con cinque diverse possibili lunghezze del carrello: 90, 120, 160, 200 e 250 spazi.
La Olivetti M40 fu progettata tra il 1929 e il 1930 da Camillo Olivetti per sostituire la Olivetti M20.
Pur presentata durante il periodo della Grande Depressione, la M40 fu molto apprezzata per la sua qualità, velocità di scrittura e leggerezza di tocco della tastiera (di tipo QZERTY, come era comune sulle macchine da scrivere italiane).
Oltre ai tasti di scrittura la tastiera include una barra spaziatrice, due tasti delle maiuscole, un tasto fissamaiuscole, il tasto di ritorno, un tasto sblocca margine e, in alcune versioni, di 8 tasti di tabulazione decimale registrabili/deregistrabili mediante ulteriori due tasti. Vi sono infine due tasti per la scelta del colore del nastro.
Curiosità: non è presente il tasto col numero 1 che si ottiene utilizzando la lettera l (elle) minuscola oppure la I (i) maiuscola; allo stesso modo non è presente lo zero, che si ottiene digitando la O (o) maiuscola. Sebbene questo oggi possa sembrare strano, era invece piuttosto comune nelle vecchie macchine per scrivere. Mancano anche i tasti per le vocali accentate maiuscole usate nella scrittura della lingua italiana. La macchina era venduta con cinque diverse possibili lunghezze del carrello: 90, 120, 160, 200 e 250 spazi.