Giro d’Italia epico e romantico: la tappa finale a Verona, la città di Romeo e Giulietta.
Il Museo Nicolis di Villafranca dà il benvenuto al Giro con le sue spettacolari biciclette d’epoca.
Per gli appassionati delle due ruote il rarissimo “Celerifero ” senza pedali e il biciclo “Michaux” con le ruote di legno.
La partenza, da Amsterdam, è stata nel segno della globalizzazione, ma l’arrivo sarà tutto italiano, nella città più romantica del nostro Paese. Per gli appassionati delle due ruote e per tutti coloro che il 30 maggio festeggeranno il Giro d’Italia nella tappa conclusiva di Verona, il Museo Nicolis di Villafranca ha in serbo i gioielli più preziosi delle sue collezioni.
Al Nicolis, infatti, sono custoditi preziosi antesignani delle moderne biciclette, come il Celerifero, una sorta di “cavallo a due ruote”, chiamato anche “scuoti ossa” attribuito a un certo Monsieur De Sivrac negli anni della Rivoluzione Francese. Interamente in legno, era costituito da un asse posto a cavallo di due ruote e veniva spinto puntando i piedi sul terreno!
Purtroppo questo antenato della moderna bicicletta all’inizio non consentiva alcuna mobilità alle ruote che erano rigide e impedivano al conduttore di svoltare a destra e a sinistra, di evitare gli ostacoli, di seguire la direzione della strada.
Non è difficile immaginare con quali disastrose conseguenze. Ma la storia, come si sa, è costellata di intuizioni folgoranti che vengono successivamente perfezionate da altri. Così, alla invenzione del Celerifero nel 1796 fece seguito, nel 1816, la Draisina, veicolo a due ruote ma con lo sterzo, appositamente costruito per il trasporto personale dall’aristocratico tedesco Karl Christian Ludwig Drais von Sauerbrohn.
Drais sosteneva che, sostituendo al cavallo questa “macchina da corsa” si sarebbero risparmiati i costi della biada, spesso molto elevati. La bizzarria di questa invenzione non impedì alla Draisina di diventare una specie di giocattolo alla moda per i giovani aristocratici del tempo che, non a caso, la ribattezzarono “hobby horse”, cavallo da divertimento.
Ma il vero salto di qualità, che consacra definitivamente le due ruote come mezzo di trasporto, è siglato da due artigiani francesi, i Michaux, padre e figlio, passati alla storia per avere, per primi, applicato i pedali al biciclo.
L’innovazione imprime una formidabile accelerazione al processo tecnologico e consente di realizzare le prime Michaudine, originariamente in legno e, successivamente, sostituite da mezzi realizzati in ferro forgiato. Tutto è iniziato da lì e gli appassionati che festeggeranno a Verona l’arrivo degli eroi del pedale potranno ammirare queste splendide testimonianze.
Ma le sorprese, per chi voglia fare una puntata al Museo Nicolis, non sono finite. Oltre alla straordinaria collezione di biciclette (più di cento, dalle origini a quelle appartenute ai grandi campioni) i visitatori potranno ammirare centinaia di auto e motociclette storiche, strumenti musicali, macchine fotografiche e per scrivere, oggetti incredibili dell’ingegno umano.
Il Nicolis è a Villafranca, a pochi chilometri da Verona. Impossibile sbagliarsi, sul tetto del Museo sono visibili anche da lontano alcuni piccoli aerei che sembrano appena atterrati.