In argento massiccio pesa 70 kg Realizzato da Cartier per il miliardario George Vanderbilt, non è mai uscita dagli Stati Uniti.
Nel 1936 se la aggiudicò Tazio Nuvolari su un’Alfa Romeo 12 cilindri, vincendo la corsa di 300 miglia disputata nello Stato di New York sul tracciato denominato Roosevelt Raceway. L’anno successivo la prestigiosa gara americana venne vinta dal grande pilota tedesco Bernd Rosemeyer su Auto Union. Poi, quella gara non venne più disputata e della Coppa, che doveva essere aggiudicata definitivamente al pilota che avesse vinto per primo due edizioni della gara, si persero le tracce.
Ora, la Coppa Vanderbilt è arrivata in Italia, per la gioia degli appassionati di automobilismo e per i cultori del mito intramontabile di Tazio Nuvolari.
A portarla in Italia è stato Luciano Nicolis, grande collezionista d’auto d’epoca e fondatore del Museo Nicolis di Villafranca. Il Museo, che ospita una straordinaria collezione di auto e moto d’epoca, biciclette, strumenti musicali, opere inedite dell’ngegno umano, ha conquistato di recente il Trofeo, fino ad ora custodito da un Museo americano.
“Sono felice e orgoglioso di essere riuscito in questa impresa” – ha commentato Nicolis – “per chi ama il mondo dell’ auto, il valore simbolico di questa Coppa è inestimabile. Da collezionista, inoltre, sono felice di avere portato in Italia un pezzo unico che non è mai uscito dagli Stati Uniti e che il pubblico italiano non avrebbe mai potuto vedere. Se poi consideriamo la storia di questo Trofeo, in un certo senso è come se lo avessi riportato a casa”.
Il percorso della Coppa Vanderbilt è all’altezza della sua leggenda. Il trofeo – uno dei più grandi mai realizzati – è un pezzo unico in argento massiccio; alto 70 cm, pesa circa 70 chilogrammi!
Il grande calice fu espressamente commissionato alla Maison Cartier dal miliardario George Vanderbilt nel 1936, per rilanciare la corsa dall’omonimo nome che il nonno William Vanderbilt, appassionato di auto sportive, aveva promosso già nel 1904. William voleva creare negli Stati Uniti una competizione simile alla franco-americana Gordon Bennet, mettendo in palio un trofeo destinato a valorizzare l’immagine e il prestigio della sua famiglia.
Le prime edizioni della gara si svolsero a New York; successivamente la competizione si trasferì in California, fino al 1916, quando gli eventi bellici e la concomitanza di altre gare posero fine alla manifestazione. George la ripropose, presumibilmente per le stesse ragioni di prestigio familiare, nel 1936, allettando le scuderie di tutto il mondo con il monte premi stratosferico di 85.000 dollari!!
Molte Case automobilistiche europee, fra cui Alfa Romeo (la cui squadra corse era gestita da Enzo Ferrari), risposero all’invito del miliardario americano.
Le 3 monoposto 12C-36 (destinate a Tazio Nuvolari, Nino Farina e Tonino Brivio ) furono spedite in America con il transatlantico Rex, una scelta che aumentò ulteriormente l’impatto mediatico dell’avvenimento. La corsa del 1936 ebbe un unico, indiscusso protagonista: Tazio Nuvolari. Il grande pilota italiano sbaragliò non solo gli americani, ma gli altri piloti internazionali, una ragione in più per dare alla vittoria dell’Italia del ventennio una risonanza incredibile. Le foto dell’epoca mostrano Nuvolari, letteralmente seduto all’interno della grande Coppa, che brinda con un magnum di champagne.