Shooting, La Manovella, Bugatti tipo 49

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Shooting, La Manovella, Bugatti tipo 49

Shooting, La Manovella, Bugatti tipo 49

La nostra Bugatti tipo 49 del 1931 protagonista di un articolo monografico di Luca Gastaldi per "La Manovella" ASI.
Foto Maggi & Maggi

Fu l’ultima Bugatti firmata da Ettore
Museo Nicolis di Villafranca di Verona ha riportato all'originario splendore una Bugatti Tipo 49 del 1931 arrivata in Italia negli Anni Sessanta.
Il difficile restauro a causa delle scarse notizie sull'auto.


Rossa come sangue di cavallo, l'animale preferito da Ettore Bugatti: elegante, carismatico e soprattutto veloce. Il colore di questa Bugatti Tipo 49, datata 1931, riassume in sé la vera anima della vettura, l'ultima che ha preso vita dal foglio da disegno del mago Ettore, prima che lasciasse le redini dell'azienda all'amato figlio Jean. Questa roadster da turismo è ora custodita presso il Museo Nicolis a Villafranca di Verona, perfetta in ogni dettaglio dopo un importante restauro durato anni a causa della non fedele originalità dell'auto al momento dell'acquisto. Ripercorrendo la strada che ha portato la Bugatti Tipo 49 da Molsheim (in Alsazia, dove Bugatti fondò la sua azienda) a Villafranca, si scopre che è passata di mano cinque volte. Il primo fortunato proprietario (fortunato per potersela permettere e per il piacere di guidarla) è stato il parigino Sarremejan de London, che l'ha acquistata nel 1931 e posseduta fino al 1959. Durante questi anni, la "49" ha subito diverse modifiche, soprattutto a livello estetico. Considerata molto affidabile e veloce, probabilmente è stata utilizzata in qualche competizione e da qui le variazioni nella parte posteriore della carrozzeria e l'utilizzo di piccoli parafanghi motociclistici. Arrivata "nelle mani" di Luciano Nicolis - già in fase di restauro - sono passati diversi anni prima di riuscire a mettere insieme le informazioni risalenti il più possibile allo stato originale del modello. Al termine di consulenze con tecnici francesi e inglesi, oltre che esperti italiani, la "49" ha raggiunto il definitivo allestimento soprannominato "Petit Royal", data la somiglianza con la "regina" delle Bugatti. A restauro ultimato, la "49" ha ritrovato la coda più lunga e meno profilata, recuperando il cosiddetto "posto della suocera"; i parafanghi sono ora in un pezzo unico dalla ruota anteriore a quella posteriore inglobando il predellino. Con il grande pilota Louis Chiron ha partecipato al Rally Internazionale di Chioggia del 1964 e alla prima Rievocazione Storica della Mille Miglia, oltre ad aver preso parte, come "comparsa", al film "Grand Prix" del 1966. Insomma, questa Bugatti 49 aveva la stoffa da "star" già quarant'anni fa. Certificata A.S.I. per la prima volta nel 1971, la Bugatti 49 è ora in attesa di una nuova sessione per l'aggiornamento delle caratteristiche.

Presentata al Salone di Parigi nel 1930 e prodotta fino al 1933, la Bugatti Tipo 49 è una classica vettura da turismo, allestita con carrozzerie berlina, convertibile e coupé, approntate nelle officine della stessa Bugatti oppure dai più famosi carrozzieri artigiani dell'epoca, secondo le richieste dei facoltosi acquirenti. Ha sostituito il modello "44", mantenendo il motore a 8 cilindri in linea ma con cilindrata portata da 3.000 a 3.257 cm³ (alesaggio e corsa 72x100), tre valvole per cilindro con albero a camme in testa e 85 CV di potenza massima, che lanciano la "49" a 130 chilometri orari. Molto sofisticato l'impianto a doppia accensione con due bobine e distributore unico a due ruttori. In origine, il propulsore (dalla particolare e ineguagliabile estetica) era alimentato da un carburatore Schebler. Molto particolari e dal disegno "moderno" i cerchi in lega leggera ad "ailettes semblades" (che incorporano una parte del tamburo dei freni), creati per il modello Royal. Fornita con due diverse misure di passo (3,12 e 3,22 metri), della "49" sono stati venduti circa 470 esemplari, dei quali 300 sono ancora "in vita". Le Bugatti sono un mito che mai tramonterà. Il fatto, poi, che un'altra vettura del genio italiano (Ettore Bugatti era nato a Milano) sia in Italia e che tutti possano ammirarla, ci rende orgogliosi. Come scriveva il giornalista W.F. Bradley sulla rivista inglese "The Motor" (il primo a provare una Bugatti nel 1910), "Il prezzo della Bugatti è più alto di quello di qualsiasi altra vettura della stessa categoria. Il motivo - prosegue Bradley - è che questa nuova produzione è una classe a sé".

Al Museo Nicolis per ammirarla - Chiunque può vedere la Bugatti 49 del 1931, dal vivo e in tutti i suoi dettagli, al "Museo Nicolis dell'Auto, della Tecnica e della Meccanica" di Villafranca, a pochi chilometri da Verona. Un "tempio” dell'auto storica ma non solo. Qui sono in esposizione anche motociclette, biciclette, macchine da scrivere, strumenti musicali, macchine fotografiche, motori, aerei e mezzi militari. Un tuffo nella storia della tecnica dove si celebra l'ingegno dell'uomo. Nato dalla passione del suo fondatore, Luciano Nicolis, il Museo non può certo considerarsi un'esposizione statica e "mummificata": è in continua espansione e le nuove iniziative non mancano mai. Il Museo Nicolis aperto tutto l'anno dal martedì alla domenica dalle 10 alle 18. Si trova in viale Postumia a Villafranca (VR); per informazioni telefonare al numero 045.6303289. (e-mail: museonicolis@museonicolis.com; sito internet www.museonicolis.com.)

Didascalie
L'architettura moderna mette ancora più in risalto le linee morbide della Bugatti 49 del 1931 (a sinistra e in questa pagina): un contrasto dal quale la vettura, esposta al Museo Nicolis di Villafranca di Verona, esce ancor più elegante. Il paraurti anteriore è un optional dell'epoca.
In alto, nell'ampio vano posteriore è stato ricavato il "posto della suocera", mentre tra la portiera e il parafango posteriore c'è uno scomparto per i bagagli o - sembra fatto su misura per una sacca da golf. In basso, i cerchi in lega leggera hanno un disegno molto moderno, che non stona assolutamente con il resto della vettura: anche questi sono opera del genio di Ettore Bugatti.
In alto, la parte posteriore di questa rara Bugatti, soprannominata "Petit Royal", è stata ristrutturata dopo accurate ricerche per riportarla alla versione originale: date le caratteristiche della vettura, fu infatti modificata per affrontare le competizioni. In basso, per le corse, anche i parafanghi furono sostituiti con quelli "motociclistici", ріù spartani e leggeri. Ma, appena uscita dalla fabbrica di Molsheim, questa Bugatti 49 montava quelli in un unico pezzo, dalla curvatura straordinaria, che comprende il predellino.
In alto, a sinistra, il posto di guida della "Tipo 49" offre al conducente una strumentazione completa, "incastonata" nella plancia di legno; a destra, il pannello della portiera con la tasca per i documenti marchiata "EB". In basso, a sinistra, i due collettori di scarico del poderoso motore 8 cilindri in linea da 3.257 cm³ da 85 CV; a destra, la scatola dello sterzo.
In alto, anche con la capote chiusa, la Bugatti 49 è comunque affascinante: da notare la apprezzabile curvatura del parafango. In basso, Luciano Nicolis, fondatore del Museo, con la figlia Silvia, la quale ha ereditato la passione per le auto d'epoca ed è la curatrice dell'esposizione.