Alfa Romeo, 1925, RM, Zagato
Alfa Romeo “RM”, Zagato, 1925
Sfruttando molti particolari meccanici e di telaio della RL, l’Alfa Romeo presentò nel 1923 una versione più economica della sua vettura di punta. Progettata per un più tranquillo uso familiare piuttosto che per la clientela sportiva, la RM aveva un motore quattro cilindri che derivava direttamente da quello a sei cilindri della sorella maggiore. La vettura del Museo fu vestita dalla carrozzeria “Zagato” di Milano, fondata da Ugo Zagato nel 1919 e così si è conservata nel tempo. In questa vettura si ritrovano la praticità e l’eleganza di una formale carrozzeria torpedo e la sportività e la leggerezza tipiche delle creazioni di Zagato, che sono le caratteristiche che hanno reso celebre nel mondo il carrozziere milanese. La nostra RM porta la targa originale - TP 460 - ed era appartenuta al Vescovo di Trapani. Con soli 10.000 km scarsi è un esemplare molto raro conservato. Nel 2003 ha vinto l’ambito premio d’eleganza Louis Vuitton Classic nella categoria Veteran e Vintage e si è aggiudicata il Premio Speciale della giuria per la Conservazione.
Ruoteclassiche gen 2012: da sempre chiese, cattedrali e luoghi di culto in genere custodiscono le sacre reliquie di questo o quel santo. Il vescovo di Trapani in carica un’ottantina di anni fa, evidentemente, si era lasciato prendere un po’ la mano e aveva con[1]servato con ogni cura, quasi si trattasse delle ossa o della tunica di un martire, anche la sua Alfa Romeo “RM” del 1925, che così è arrivata a compiere 87 primavere senza mai essere stata sotto[1]posta a restauri, né di meccanica né di carrozzeria. C’è di più: i diecimila km scarsi indicati dallo strumento di bordo, una volta esaminato il perfetto stato delle parti meccaniche presso l’officina del Museo Nicolis, dove oggi si trova la nostra Alfa, sembrano essere, per quanto inverosimile, del tutto plausibili! Durante il nostro servizio fotografico ci è pure capitato di forare una gomma e ne abbiamo approfittato per realizzare degli scatti insoliti, come si può vedere nella foto delle pagine precedenti. Ebbene, la dotazione degli attrezzi di bordo e il cric, che siamo stati costretti a utilizzare, erano nuovi: potremmo scommettere di essere stati i primi ad adoperarli. Proprio per le sue eccezionali condizioni, la “RM” targata “TP 460” ha vinto nel 2003 il premio speciale per la vet[1]tura meglio conservata al celebre concorso francese Louis Vuitton Classic. A quel tempo, Luciano Nicolis aveva scovato la vettura a Trapani, dov’era sempre rimasta, da appena un paio d’anni. L’Alfa “RM” nacque per volere di Nicola Romeo nel 1923: egli voleva ampliare la gamma verso il basso, offrendo un’automobile meno costosa dell’esclusiva “RL” a sei cilindri; per razionalizzare la produzione, il nuovo modello venne realizzato basandosi sulla meccanica e sullo chassis della “RL” e fu presentato al Salone di Parigi di quell’anno. La versione “Normale” del debutto fu affiancata l’anno successivo dalla “Sport”: la cilindrata saliva da 1944 a 1996 cm3, il rapporto di compressione da 5,3:1 a 6:1, la potenza da 40 CV a 3000 giri fino a 44 CV a 3200 giri e la velocità di punta da 95 a 100 km/h. Il motore era per buona parte il “sei in linea” della “RL” privato di due cilindri e il passo era accorciato, rispetto all’ammiraglia di Casa, fino a 2900 mm. La “Sport” montava poi un carburatore orizzontale invece di quello verticale della “Normale”. Gli esemplari prodotti furono 131 per la “Normale” e 129 per la “Sport”; nel 1925, infine, le due versioni vennero accorpa[1]te in un solo modello, l’“RM Unificato” per l’appunto, come quello del nostro servizio. Quest’ultima serie adottava in pratica la meccanica della “Sport”, con potenza portata a 48 CV a 3500 giri. Il telaio a longheroni, invece, era più lungo (3220 mm di passo) per privilegiare lo spazio a bordo, dal momento che in Alfa Romeo ci si era resi conto, nel frattempo, che la “RM” non poteva avere una fulgida carriera nell’impiego sportivo date le prestazioni tutto sommato modeste, e che quindi non era il caso di insistere nel proporne una variante dedicata ai gentleman driver. Tutte le serie della “RM”, comunque, sono state prodotte dalla Casa come nudo autotelaio, da far carrozzare secondo i desideri del proprietario. La torpedo del servizio, ad esempio, fu allestita da Zagato; ciò non deve stupire, perché il carrozziere milanese, negli anni Venti, realizzava ogni tipologia di vettura e gli anni delle leggere e aerodinamiche sportive erano di là da venire. Su strada, la nostra Alfa va guidata dolcemente e senza fretta, sia per rispetto verso una meccanica praticamente nuova, ma comunque con quasi novant’anni alle spalle, sia perché sarebbe inutile cercare di spremere prestazioni per le quali non è stata progettata. La voce del quattro cilindri a corsa lunga è un placido borbottio che invita a passeggiare lungo strade secondarie. Lo scarico, a testimonianza dell’esiguo chilometraggio, non fuma e la frizione permette partenze senza sussulti anche in seconda. I freni sono adeguati e arrestano la torpedo senza scarti laterali e senza fischi o cigolii. Nel baule fissato in coda trovano posto tutti i pannelli laterali (sei) da montare sopra le porte e le fiancate per chiudere l’abitacolo in caso di pioggia; l’operazione oggi è sconsigliabile perché le parti trasparenti, ingiallite dall’età, non consentono un’ottimale visibilità, critica anche verso dietro a causa del minuscolo lunotto ricavato nella capote. A proposito di quest’ultima, c’è da dire che appare come “cristallizzata”: impensabile tentare di ripiegarla per scoprire la vettura; potrebbe danneggiarsi irrimediabilmente e a quel punto si renderebbe necessario un restauro, se non un totale rifacimento, che su questa “reliquia” sarebbe davvero un delitto. Testo Fulvio Zucco, Foto Paolo Carlini.
2003 Louis Vuitton Classic - Parc de Bagatelle, Premio di Categoria "Vétéran et Vintage" e Premio Speciale per la Conservazione.
2012 Shooting, Ruoteclassiche.
2018 Selezionata per il prestigioso Volume ZAGATO Europe Collectibles LEICA Shooting al Museo Nicolis.