Avions Voisin, 1921, C1, Belvalette

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Veicolo
Marca: Avions Voisin
Modello: C1
N. Cilindri / Cilindrata: 4/3969 cc
Potenza: 83 CV
Velocità: 120 km/h
Peso: 2500 kg
Lunghezza: 464 cm
Larghezza: 168 cm
Altezza: 196 cm
Anno: 1921
Esemplari prodotti: 1.000
Marca carrozzeria: Carrozzeria Belvalette - Paris
Tipo carrozzeria: Torpedo

Avions Voisin, 1921, C1, Belvalette

Avions Voisin “C1”, Belvalette, Paris, 1921


Fu il pioniere dell' aviazione francese Gabriel Voisin a dar vita alla "Société Anonyme des Aéroplanes G.Voisin". La società era nata con lo scopo di produrre aeroplani, ma alla fine della prima guerra mondiale, si rivolse alla produzione di automobili mettendo in campo tutta l'esperienza acquisita nel settore dei velivoli. Fu così che gli studi aeronautici, che ebbero grande sviluppo durante la 1° Guerra Mondiale, trovarono una insolita applicazione sulle carrozzerie delle vetture prodotte: largo utilizzo di alluminio, aerodinamicità, funzionalità e originalità .
L' emblema della Casa è una colomba stilizzata che ricorda nelle forme la dea egizia Iside. Nel 1937 la crisi economica costrinse Gabriel Voisin a cedere le azioni della Società, che nel 1940 fu acquistata dalla Gnome et Rhone che riportò la Casa alla originaria produzione aeronautica. Gabriel Voisin introdusse diverse innovazioni, fra cui il faro della retromarcia, l'adozione del cambio elettromagnetico Cotal, le ampie superfici vetrate. La vettura del Museo è equipaggiata con un motore a valve con distribuzione a "fodero" tipo Knight, mentre la carrozzeria, opera di Alfred Belvalette, presenta i caratteristici finestrini "a vetrina" che si ripiegano fino a scomparire nella portiera.

Costruttore: Gabriel Voisin, fu pioniere dell’aviazione e costruttore di vetture di lusso, nato in Francia a Belleville-sur-Saone. Appassionato di meccanica, si laureò in ingegneria e all’inizio del secolo divenne uno dei primi costruttori francesi di aerei, trascinando nell’affare anche il fratello Charles e dando avvio alla “Société Anonyme des Aéroplanes G. Voisin” con sede a Issy-Ies-Moulineux, Parigi. Il successo fu quasi immediato, grazie al primato stabilito nel gennaio del 1908 dall’aviatore Henry Farman che, proprio con un aereo Voisin, compì il primo chilometro di volo. Di marca Voisin fu pure la maggioranza dei bombardieri utilizzati durante la prima guerra mondiale. Diventato ormai ricco e famoso, Gabriel Voisin, al termine del conflitto, incominciò a interessarsi all’automobile, creando vetture altamente personalizzate. Eleganza, raffinatezza e comfort furono il naturale completamento di una tecnica costruttiva improntata sulla qualità e robustezza.  Il modello C1, derivato dalla prima vettura del 1919, fu prodotto in circa mille esemplari destinati al mercato francese ed estero.

Simbolo: L’ emblema della Casa è riportato sul radiatore delle Voisin: una mascotte, dalle forme similari alla dea egizia Iside, che riproduce una colomba stilizzata con le ali verso l’alto. Simbolo ripreso dalla precedente produzione aeronautica. Una curiosità! Il termine AVIONS, che in francese significa aeroplani, è stato affiancato al nome Voisin solo dopo aver concluso la produzione aeronautica. Motore: La vettura del Museo è equipaggiata con un motore avalve ossia distribuzione a foderi, senza valvole, tipo Knight (le valvole sono sostituite da foderi scorrevoli all’interno dei cilindri). Voisin, infatti, era affascinato dalle caratteristiche di silenziosità e di grande potenza tipiche di questo schema meccanico. La vettura per l’appunto risulta silenziosissima e priva di vibrazioni, in sintonia con le aspettative della clientela raffinata e benestante cui la marca francese si rivolgeva. Nacque così la C1: “C” stava per Charles, fratello di Gabriel morto in un incidente stradale, e “1” era in pratica il numero progressivo che distingueva i modelli: l’ultimo sarà nel 1937, la “C30”. Carrozzeria: Un’altra peculiarità ingegnosa è la carrozzeria, opera del parigino Alfred Belvalette, che presenta i caratteristici finestrini “a vetrina” che si ripiegano fino a scomparire nella portiera (i finestrini oltre ad essere apribili a scorrimento, sono sganciabili dalle porte e ripiegabili all’interno di appositi vani ricavati nelle fiancate dell’auto e protetti da sportelli). Sistema di Guida: Guida con volante a destra, le leve del freno a mano e del cambio si trovano all’interno dell’abitacolo a ridosso della porta e una volta seduti risultano scomode da manovrare; in particolare quella del cambio che si trova sotto la coscia del guidatore.
Il grande volante: dalla spessa corona contribuisce a contenere lo sforzo necessario nelle manovre e reca sul mozzo la leva per l’avviamento elettrico. Interni:  i posti anteriori sono rifiniti alla stessa maniera di quelli posteriori, finemente trapuntati in pelle, fatto non comune al tempo! Altre Curiosità: Il baule posteriore è una creazione italiana, come attesta la targhetta. Le ruote hanno cerchi a disco in lamiera verniciata, imbullonata ai mozzi. Negli anni ’20 questa era una soluzione meno comune di quella con razze o raggi in acciaio. Chiusura Attività: Nel 1937 i mezzi economici cominciano a scarseggiare nonostante la direzione tecnica fosse piena d’inventiva e Voisin fu costretto a cedere la sua quota ad un gruppo belga. Uscito di scena il fondatore, la società vive a stenti fino al 1939 e nel 1940 la Gnome e Rhone assume in controllo della società e destina la Voisin alla produzione di motori aeronautici in vista dell’imminente guerra.

Ruoteclassiche, aprile 2013: Non sta bene che una dama francese fumi come un turco. D’altra parte lo fa dalla nascita e oggi, a novant’anni suonati, non c’è verso di farla smettere: la sua esclusiva distribuzione a fodero non glielo permette. In cambio offre dolcezza, silenziosità e ottime prestazioni: ben 80 cavalli e 120 km all’ora. Le auto di Gabriel Voisin non sono mai state “normali”. L’ingegnere francese era un personaggio eclettico e originale, un artista e un progettista col pallino dell’aerodinamica e della velocità, pioniere dell’aviazione dal cui mondo trasse parecchi principi ispiratori delle sue automobili. Il modello “C1”, lanciato nel 1919, non possiede ancora le forme filanti e quasi stravaganti delle Voisin aerodinamiche degli anni Trenta, ma ha comunque una particolarità tecnica che è valsa all’esemplare del servizio un posto nella collezione del Museo Nicolis: la distribuzione a foderi, ossia senza valvole. Voisin era affascinato dalle caratteristiche di silenziosità e di grande potenza tipiche di questo schema meccanico, tanto che decise di rilevare il progetto e i prototipi allestiti da Artaud e Dufresnes, ingegneri della Panhard, per conto della Citroën. Nacque così la “C1”, prima vettura costruita da Voisin; “C” stava per Charles, fratello di Gabriel morto in un incidente stradale, e “1” era in pratica il numero progressivo che distingueva i modelli: l’ultimo sarà, nel 1937, la “C30”. Il motore della “C1” è un quattro cilindri di 3969 cm³ che eroga 80 cavalli, molti per l’epoca; nelle sue evoluzioni successive arrivò a toccare ad[1]dirittura i 120 CV a 3600 giri con la versione sportiva “C5” del 1922. Questi elevati valori di potenza massima derivano proprio dalla particolare distribuzione a foderi, oltre che da una progettazione globale allo stato dell’arte per i tempi. In pratica le valvole (con le relative molle, aste e bilancieri) sono sos dei cilindri che, con il loro movimento, aprono e chiudono alternativamente le luci di aspirazione e di scarico. Il sistema evita così l’assorbimento di potenza dovuto alle parti in movimento della distribuzione tradizionale. La contropartita è la necessità di un’abbondante lubrificazione dei foderi scorrevoli che provoca, soprattutto a motore freddo, una notevole fumosità. Quando mettiamo in moto la “C1” per la nostra prova, abbiamo modo di verificarlo. C’è da dire che in effetti, aldilà di questo inconveniente, la Voisin è silenziosissima e priva di vibrazioni, in sintonia con le aspettative della clientela raffinata e bene[1]stante cui la marca francese si rivolgeva. La nostra “C1” ha un’altra peculiarità, dovuta all’estro del carrozziere parigino Belvallette che la allestì nel 1921, i finestrini “a vetrina”; si tratta cioè di una torpedo con la classica capote ripiegabile, ma con la particolarità che la finestratura laterale non è costituita dai soliti pannelli amovibili: ci sono invece dei veri e propri finestrini che, oltre ad essere apribili a scorrimento (con tanto di guida a cremagliera per bloccarli nelle posizioni intermedie), sono sganciabili dalle porte e ripiegabili all’interno di appositi vani ricavati nel[1]le fiancate dell’auto, protetti da sportelli. Un sistema ingegnoso che permette una gran[1]de luminosità dell’abitacolo, consente una venti[1]lazione regolabile a piacimento ed evita di ingombrare il baule con i tradizionali pannelli nel caso si voglia viaggiare a vettura scoperta. Al volante della “C1”, una piacevole sorpresa: i pedali seguono la disposizione odierna , con l’acceleratore a destra; anche la guida è a destra, e a quella ci si abitua in fretta. Più improbabile abituarsi, invece, alla posizione delle leve del freno a mano e del cambio: si trovano all’interno dell’abitacolo e questo è un tocco di modernità per una vettura del 1921, ma sono a ridosso della porta, per cui, una volta seduti, sono scomode da manovrare. Quella del cambio, in particolare, viene a trovarsi sotto la coscia del guidatore e quindi impone qualche contorsionismo per cambiare marcia. I posti anteriori sono rifiniti alla stessa maniera di quelli posteriori, fatto non comune al tempo, quando le macchine erano spesso guidate da un autista e quindi la zona più lussuosa dell’abitacolo era quella posteriore, destinata a ospita[1]re i proprietari. Il grande volante dalla spessa corona contribuisce a contenere lo sforzo necessario e reca sul mozzo la leva per l’avviamento elettrico. Per sicurezza è comunque presente la classica manovella, ben visibile nella pagina a fianco. Su strada la Voisin si dimostra confortevole e, complice il fatto che la giornata è piovosa e quindi viaggiamo a vettura chiusa, il silenzio a bordo è impressionante, soprattutto per chi occupa il divano dietro. La frenata, per l’epoca, è insolitamente efficace, grazie ai ben dimensionati tamburi montati di serie anche all’avantreno. Ci siamo ben guarda[1]ti dal forzare l’andatura su strade aperte al traffico, ma l’impressione che la “C1” sia in grado di disimpegnarsi con vivacità è netta. Complimenti, Monsieur Gabriel. Testi Fulvio Zucco, Foto Paolo Carlini.

2013, Shooting, Ruoteclassiche.
2018, Fiera, Auto e Moto d'Epoca, Padova.
2018 Poste Italiane sceglie la Avions Voisin “C1 del Museo Nicolis per la stampa di una cartolina filatelica.