Futurismo 1909 – 2009, la velocità e il mito
Il Museo Nicolis di Villafranca di Verona in collaborazione con il Mart di Rovereto presenta una prospettiva inedita sul movimento che ha esaltato per la prima volta la bellezza della velocità, cambiando per sempre il mondo. dal 31/10 al 31/12/2009
Villafranca, ottobre 2009 – Il Museo Nicolis di Villafranca, in collaborazione con il Mart, museo di arte moderna e contemporanea di Trento e Rovereto, presenta, un percorso di avvicinamento al Futurismo, per salutare la chiusura dei festeggiamenti di questo storico movimento artistico.
Il Futurismo visto in una prospettiva inedita ricostruita grazie ad oggetti originali delle Collezioni del Museo Nicolis e numerose immagini fotografiche.
Protagonisti assoluti una rara vettura BENZ 8 20ps del 1914, una inedita Fiat 501 S Superculasse Silvani del 1924 e la mitica motocicletta Premier 3 ½ hp del 1913.
Questa installazione vuole celebrare un momento storico che ha cambiato per sempre il modo di vivere delle persone: il Futurismo, movimento artistico e culturale che nacque a Milano agli inizi del Novecento.
Il tema affascinante e provocatorio della velocità è quello che il Museo Nicolis propone ai suoi visitatori attraverso vetture e moto che esprimono uno dei valori portanti del Futurismo stesso.
Oltre ai contenuti della mostra, inclusa nel ticket d’ingresso, i visitatori potranno come sempre accedere a tutte le collezioni del Museo Nicolis.
I protagonisti del Movimento Futurista
Grazie alla collaborazione con il Mart saranno mostrate al pubblico immagini fotografiche che raccontano l’artista Fortunato Depero, a cui è dedicata la Casa d’ Arte Futurista Depero, riaperta nel 2009 a Rovereto.
Fortunato Depero assieme agli altri artisti fondatori del Movimento come Filippo Tommaso Martinetti, Carlo Carrà, Umberto Boccioni, Giacomo Balla sono alcuni dei protagonisti di questi scatti che, attraverso un secolo, arrivano a noi oggi con inalterata freschezza.
Oltre alle foto, sarà a disposizione del pubblico anche un video che illustra la Mostra “Futurismo 100: Illuminazioni. Avanguardie a confronto” che si è tenuta al Mart dal 17 gennaio al 07 giugno 2009.
la velocità e il mito
I primi, roboanti veicoli della storia, creati alla fine dell’800 e perfezionati negli anni a seguire, segnarono una svolta non solo nel campo dei trasporti ma anche, e soprattutto, nella società civile. Possedere un’auto nei primi anni del ‘900 era privilegio di pochi ARDITI e temerari, nonché facoltosi. Guidare un’auto o una motocicletta, soprattutto se da corsa, richiedeva una buona dose di coraggio e ardimento. Qualità esaltate dal manifesto futurista di T.Marinetti (1909) che segna ufficialmente l’inizio del “movimento futurista”.
L’esaltazione del coraggio, della temerarietà, della velocità, si esprimevano allora proprio nella visione dell’Uomo al volante (art.5 del Manifesto) che spezzava con il passato affrontando la vita con una continua sfida del rischio e del pericolo.
Il Museo Nicolis di Villafranca ospita, attualmente, alcune più belle collezioni d’auto d’epoca, moto, biciclette oggi esistenti in Italia; attraverso le sue raccolte ripercorre la storia e l’evoluzione dei mezzi di trasporto, dando testimonianza concreta di ciò che a quel tempo i temerari Futuristi concepivano come stacco dalla realtà “passatista” e proiezione verso un futuro incerto ma ricco di emozioni.
Fra le vetture più significative che si possono ricondurre a quella stagione artistica e culturale vanno segnalate:
Fiat 501 S Superculasse Silvani del 1924
La Fiat 501 è stata la prima FIAT progettata dopo la Grande Guerra e rappresenta il primo passo verso l’automobile utilitaria, la S è la versione “spinta” di questa serie.
La testa cilindri modificata “Superculasse Silvani” regalava al motore più potenza ed era quindi concepita per correre. Ideale per i temerari… le strade non asfaltate erano arene di polvere in cui i coraggiosi piloti tenevano come punti di riferimento le cime degli alberi per non uscire di strada!!
Il movimento Futurista, improntato fortemente sul concetto di dinamismo, è ben rappresentato da questi bolidi a due e quattro ruote, estremamente VIRILI che esprimono il concetto della velocità nelle sue accezioni positive e negative, come valore progressista per definizione ma anche generatore di rischi e paura e – proprio per questo – ancora più seducente, fino a diventare ossessione febbrile!
Benz 8-20ps del 1914
La “bellezza della velocità” esaltata dal Manifesto all’ articolo 4 viene espressa da “una automobile da corsa col suo cofano adorno di grossi tubi simili a serpenti dall’ alito esplosivo” , “stazioni ingorde divoratrici di serpi che fumano”, “il volo scivolante degli aeroplani, la cui elica garrisce al vento come una bandiera”.
Grazie alla sua particolare carrozzeria che unisce l’ottone nichelato e lavorato a mano del cofano del radiatore e dei fanali al mogano, con l’avvisatore acustico a forma di serpente, sembra la concretizzazione stessa dell’immaginario Marinettiano.
Questi gioielli a quattroruote sono fortemente emblematici di un movimento che ha segnato in quegli anni la cultura del nostro Paese. Ma, a fianco di queste, al Nicolis sono anche esposti velivoli, motori navali ed aeronautici, mezzi militari che ci aiutano a comprendere l’evoluzione della società civile oltre che lo sviluppo impresso dalla motorizzazione. Attraverso le migliaia di oggetti esposti su oltre 6000mq (le 7 collezioni del Nicolis comprendono attualmente auto, moto, biciclette, strumenti musicali, macchine fotografiche e per scrivere, accessori e oggetti dell’ingegno umano) possiamo calarci nelle diverse epoche che hanno caratterizzato gli ultimi due secoli e che ben ricomprendono il periodo e il pensiero futurista.
La velocità a due ruote
L’ “amore del pericolo” (art 1 Manifesto) “il coraggio, l’audacia e la ribellione (art 2 del Manifesto) sono ben rappresentati, per esempio dalla moto Premier 3 ½ hp del 1913, in perfetto stato di conservazione e, quindi, “ammirabile” per come era proprio in quegli anni. Il suo proprietario, Petracchi che la acquistò per la strabiliante cifra di 1.180 Lire, è ricordato per le gesta “mirabolanti” con la sua due ruote, di cui si trova traccia negli archivi del Museo Nicolis. Qui si trovano immagini e documenti che ci riportano alle vittorie di campioni pionieri del volante come Antonio Ascari e Tazio Nuvolari.
Con l’avvento della moto si materializza anche il mito del centauro: l’uomo diventa tutt’ uno con il cavallo meccanico, una sorta di identificazione fascinosa che attrae irresistibilmente. Dominare una moto era quasi un’impresa da eroi; la motocicletta, la velocità, l’ impatto con l’ aria, il senso di libertà permettono di entrare in contatto con il nostro essere sensitivo e primitivo, così come celebrato dai Futuristi, intellettuali visionari che esplorarono ogni forma artistica tra cui anche la fotografia, presente al Museo Nicolis con una collezione di oltre 500 apparecchi fotografici di varie epoche.
A partire da Gennaio 2009, dopo anni di restauro è stata riaperta al pubblico la Casa d¹Arte Futurista Depero. Il restauro è firmato dall’architetto Renato Rizzi, e il progetto museografico è a cura di Gabriella Belli. I lavori, finanziati dal Comune di Rovereto e dal Mart, hanno rinnovato la storica Galleria Museo Fortunato Depero, aperta al Pubblico nel 1959, ed allestita dallo stesso Depero un anno prima della sua scomparsa, avvenuta nel 1960.
Il Museo conserva importanti opere dell’artista roveretano, dai dipinti ai grandi arazzi in panno, dagli oggetti di design alle numerosissime opere di grafica pubblicitaria.