Lancia, 1911, Beta 20 HP, SGV

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Veicolo
Marca: Lancia
Modello: Beta 20 HP
N. Cilindri / Cilindrata: 4/3120 cc
Potenza: 34 CV
Velocità: 90 km/h
Lunghezza: 407 cm
Larghezza: 171 cm
Altezza: 125 cm
Anno: 1911
Esemplari prodotti: 150
Marca carrozzeria: SGV
Tipo carrozzeria: Runabout

Lancia, 1911, Beta 20 HP, SGV

Lancia “Beta 20 HP", SGV, 1911


La Lancia Beta, anche nota come Lancia 15/20 HP è il terzo modello di autovettura prodotto dalla neonata casa automobilistica Lancia. Questa vettura nasce nel 1911, quando uno dei più affascinanti periodi della storia, la Belle Epoque, sta per finire. Di lì a tre anni, infatti, scoppierà la guerra mondiale che spazzerà via sogni, illusioni, ricchezze, arte e milioni di vite umane. E' una Beta costruita sul telaio lungo tipo B, fu venduta in America come autotelaio nudo, questa era una prassi consolidata all’epoca che consentiva anche di pagare dazi doganali minori. Oltreoceano fu dotata di una carrozzeria runabout (termine americano corrispondente al nostro spider) costruita dalla Carrozzeria SGV (dalla sigla dei tre soci: Herberet M.Sternbergh, Robert E.Graham e Fred Van Tine). Fra le particolarità più evidenti del modello da segnalare il doppio acceleratore (a pedale e a mano sul volante) e il grande serbatoio da circa 100 litri sistemato posteriormente. All'epoca in cui le stazioni di servizio erano ancora rare e la benzina la si acquistava in taniche in drogheria, era necessario disporre di una notevole autonomia di viaggio, infatti sul lato sinistro si nota una "manichetta" in ottone che poteva contenere un’ ulteriore scorta di benzina. Attento alle novità e alle necessità del cliente, già nel 1909 Vincenzo Lancia dotava le sue vetture di una ruota di scorta completa e non di un semplice copertone come era in uso all’epoca in Italia. Su questa vettura sono inoltre da notare i grossi fari in acetilene e il contachilometri meccanico sulla ruota anteriore destra, probabilmente montati in America. Sul cruscotto spicca un bellissimo orologio asportabile che all’interno porta la scritta “Automobile”; grazie a questo particolare il proprietario poteva portare con sé l’orologio ogni volta che abbandonava il veicolo, evitandone il furto. Luciano Nicolis raccontava "L’orologio, storicamente, è un abbinamento innato alle vetture. Era l’oggetto meccanico più preciso dell’epoca e si diceva che una macchina efficiente doveva camminare con la stessa precisione di un orologio. Una bella macchina,  aveva quindi,  un orologio prestigioso".

Curiosità - Una Lancia Beta si aggiudicò il terzo posto alla Targa Florio del 1909 e un’altra è nota per aver percorso il Circuito di Brooklands a 106,22 km/h in Gran Bretagna sempre nello stesso anno.

Lancia - fondata il 27 novembre 1906 a Torino da Vincenzo Lancia è tra le più antiche case automobilistiche italiane. Fu costtuita come società in nome collettivo di Vincenzo Lancia e Claudio Fogolin  con la denominazione Lancia & C.  I due si erano conosciuti in Fiat dove collaboravano, Fogolin si ritirerà nel 1918. Vincenzo Lancia era già noto per le sue prodezze sportive al volante proprio di auto Fiat. Celebre per aver contribuito all’evoluzione dell’automobile in modo significativo: suo il primo brevetto mondiale di carrozzeria a struttura portante su Lancia Lambda, in sostituzione del telaio a longheroni tipico delle carrozze e delle auto costruite fino a quel momento. Il suo secondo capolavoro sarà la Lancia Aprilia. La casa si distinse in generale per la realizzazione di veicoli di prestigio sino a diventare simbolo del nostro Paese come auto di rappresentanza presidenziale. Nel 1958 fu acqisita da  Carlo Pesenti (Italcementi) che la la cedette alla Fiat nel 1969. Ancora oggi Lancia è uno dei marchi più apprezzati dai collezionisti di tutto il mondo.

Luciano Nicolis raccontava: "Questa è una SGV,  telaio Lancia e carrozzeria americana. L'assemblaggio potrebbe essere riconducibile al problema del dazio doganale, assai alto per le vetture d'importazione. Con questo sistema si pagava di meno. Una volta si usava acquistare il motore ed il telaio di una Casa automobilistica, poi lo si esportava ed assemblava all’estero per pagare un dazio inferiore (vedere storia del Dazio Doganale per Italia). In America adoperavano macchine molto importanti e interessanti, allestivano le carrozzerie come erano di moda allora. Questa era una carrozzeria abbastanza moderna, che si usava molto per le macchine (vedi la Pechino-Parigi) .... Essendo una macchina sportiva che doveva fare molti chilometri, aveva un canestrino di scorta, non avendo a riserva.  Disponeva già della ruota di scorta col cerchio, non solo del copertone come tante altre. C'erano due fanali supplementari a petrolio in caso di assenza di acetilene. I fanali ad acetilene facevano più luce ed erano realizzati con i vetri tagliati, in questo modo non si crepavano con il calore, al contrario il vetro spesso scoppiava. Il motore era abbastanza grosso e aveva la particolarità di avere 4 cilindri tutti in blocco e non 4 cilindri bi-blocco, ma un blocco unico".

Note Tecniche Telaio e Motore sono Lancia. La carrozzeria venne, invece, assemblata negli Stati Uniti da tre soci che fornirono le iniziali della sigla SGV: Herberet M.Sternbergh, Robert E.Graham e Fred Van Tine. Carrozzeria "da corsa" simile alla Itala della Pechino-Parigi. Acceleratore a mano sulla razza del volante, utilizzabile dall’autista in alternativa a quello a pedale. Serbatoio di carburante da circa 100 litri. Il particolare è molto importante perchè agli inizi del secolo non erano ancora diffuse le aree di rifornimento (la benzina veniva acquistata in drogheria, dove la vendevano in taniche). Sul lato sinistro si nota una manichetta di scorta in ottone, sempre per la benzina. Ruota di scorta innovativa, allestita già di cerchio "bullonato" per sfilare velocemente solo il cerchio. Fino a quest'epoca, in Italia, si usava ancora il copertone di scorta. I copertoni erano a “tallone”  e scivolano facilmente fuori in curva. Contachilometri meccanico sulla ruota anteriore destra. Serbatoio di acetilene, sul lato destro dell’autista. Veniva riempito prima di partire, dispone anche di una bombola di Gas di Carburo per provocare l’illuminazione. Sedili in pelle, sotto sono ancora originali. Il volante e le leve operative sono ricoperte di dura gomma. Piantone sterzo lunghissimo, particolare diffuso all’epoca. I fari di posizione simili a quelli delle carrozze, sono ad Olio situati vicino ai sedili; le Lanterne sono di vetro in modo da essere visibili anche dal retro. I grandi fanali anteriori sono a carburo ed hanno il vetro intagliato per non crepare con il calore. Il fanale sul cruscotto è asportabile.

Si legge sul manuale “Prima di mettere in moto il motore, inserire un po’ di olio dell’apposito oliatore con rubinetto tra volano e motore. In questo modo entra in funzione la pompa dell’olio e funziona il manometro pressione olio”. "Il motore parte dopo un mezzo giro di manovella”. “La trasmissione è a quattro marce ed una retro selezionabile, con guida (o trazione) diretta sulla quarta marcia”.

Targa: all’inizio del 1900 anche le targhe dei veicoli erano pregevoli realizzazioni d'artigianato, interamente smaltate, avevano fondo bianco con due numeri in rosso che rappresentavano la provincia ed in nero il numero della licenza attribuita all’automobile (le province erano 69). Il numero "12" di questa vettura, allora corrispondeva alla sigla di Brescia. Dalla seconda metà degli anni ’20, in Italia verrà adottata la sigla della provincia in luogo ai due numeri rossi, il fondo sarà nero ed i numeri bianchi.

Shooting, L'Uomo VOGUE con Luciano Nicolis su Lancia Beta SGV
Shooting, Calze Levante, Lancia Beta SGV
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