Giuseppe Cau: il pilota leggendario senza il quale la Vespa non sarebbe stata la stessa
La storia della Vespa è fatta di persone speciali accomunate dalla genialità e dalla passione per il proprio lavoro. Prima tra tutte ovviamente è Corradino D’Ascanio, dalla cui matita nel 1946 presero vita le linee di una scocca del tutto innovativa per quei tempi, contorni semplici e allo stesso tempo funzionali ed eleganti che furono l’antitesi di un’opera meccanica straordinaria. Quel primo schizzo d’arte del proprio ingegnere fece innamorare l’imprenditore Enrico Piaggio, altro tassello fondamentale della storia, che fece mettere immediatamente in produzione il primo prototipo. I suoi dipendenti, affascinati e stimolati da quella nuova emozionante sfida, si misero subito al lavoro e in soli in sei mesi diedero forma e dimensione alla prima Vespa della storia. Poi arriva Giuseppe Cau. All’epoca aveva 18 anni, viveva a Roma e lavorava presso l’officina meccanica di Luciano Moroni. La sua mansione era quella di trasformare in veicoli civili le moto militari inglesi Norton, Triumph. BSA e Matchless recuperate nel deposito di Aversa costituito dal Ministero della Ricostruzione appositamente per favorire il recupero dei residuati della grande guerra. Riparare e testare scocche e motori era il suo mestiere ma la velocità era la sua grande passione. “A quell’età ero proprio un pischelletto – racconta – un tipo bassino, fisico gracile, mingherlino, 42 kg di peso”. Piccola statura, fibre potenti, una corporatura snella e tosta da peso piuma al massimo della forma: le sue armi vincenti. Moroni, uno dallo sguardo che arrivava lontano, lo intuisce subito. “Giuseppe, il tuo mezzo ideale è la Vespa di Piaggio. Piccoletto come sei, sopra a quella a te chi ti ferma?”. Così quando arrivò in officina una Vespa da riparare Giuseppe chiese il permesso al proprietario di utilizzarla per la gara al Lido di Ostia, organizzata da Luigi di Gennaro, il primo concessionario Vespa del Lazio. Partecipò così alla sua prima competizione e, nonostante avesse in dotazione una Vespa da turismo, si piazzò al secondo posto, sbaragliando esperti piloti in sella a vere Vespa da competizione.
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