Lancia, 1942, Aprilia 1500
Lancia Aprilia "1500 II serie", 1942
Rivoluzionaria nella linea, innovatrice nella tecnica, superiore nelle prestazioni: l’Aprilia rappresentò la sintesi della tecnica dell’epoca, con spiccati riferimenti all’aerodinamica, fu prodotta dalla casa torinese dal 1937 al 1949. Era un’auto compatta ma in grado di garantire ogni comfort anche a cinque passeggeri. Bassa, con i fari alloggiati sui parafanghi ancora evidenti ed il parabrezza particolarmente inclinato che si raccorda perfettamente con il tetto e la coda sfuggente, l’Aprilia regala anche visivamente quella sensazione di velocità e scatto che la vettura possiede anche nella realtà. La Aprilia anticipa senza dubbio gli standard produttivi degli anni '50 e '60. Vincenzo Lancia, che era rimasto particolarmente colpito dai risultati raggiunti, non godette appieno di questo suo ennesimo successo poiché morì poco dopo la presentazione della vettura nel 1936. La Aprilia fu costruita anche in Francia nel 1937 e 1938, con il nome di Ardennes. La carrozzeria, a scocca portante come già nella Lambda nel 1922, presenta le caratteristiche portiere ad armadio senza montante centrale e la raffinata meccanica vanta le sospensioni indipendenti anche al retrotreno. Si narra che Henry Ford fu sorpreso dai custodi del Salone dell’Automobile di Parigi del 1936 a sbirciare il telaio clandestinamente.
Un particolare originale della vettura del Museo è rappresentato dai due tettucci apribili, separati tra loro, che le hanno valso la nomea di “auto dei gangster”. In realtà questa era una soluzione tecnica dovuta alla conformazione della carrozzeria stessa. Il riferimento ai gangster è dovuto probabilmente anche al fatto che questo modello, con targa Mi777, veniva utilizzato da Ezio Barbieri, l’imprendibile “bandito galantuomo” dell’Isola di Milano.
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