18 novembre 2010. La domanda è questa: è verosimile, in un mondo di messaggini, sigle, e mail, telefonini, parlare della “scrittura”, di quell’esercizio del cuore e della mente che dà sintesi e corpo ai pensieri e alle sensazioni e li trasforma in segni, parole, racconti, lettere? Nella accezione più epica e romantica, la scrittura ha regalato al mondo i capolavori di tante penne famose ma, in realtà, entra come gesto consueto, normale, quotidiano, nella vita di tutti noi.
La risposta che sembra arrivare dal mercato è “certamente si”, e se la rivoluzione informatica è inarrestabile e sta mutando in modo radicale le nostre abitudini, il piacere della scrittura, con i suoi rituali e i suoi strumenti sembra destinato a lunga vita.
Se ne è parlato al Museo Nicolis di Villafranca con esperti, uomini di cultura, grafologi. Nell’incontro, in collaborazione con il Gruppo Aurora, il marchio che ha firmato la prima penna stilografica italiana, si ripercorreranno le tappe fondamentali della storia della scrittura, ricordando “grandi firme” e momenti istituzionali importanti.
Non casuale la scelta di questo tema, che il direttore del Museo Silvia Nicolis ha proposto per celebrare degnamente la IX settimana della Cultura d’Impresa, l’appuntamento che Confindustria e Museimpresa promuovono ogni anno per ricordare alle istituzioni, alla business community, alla opinione pubblica, lo straordinario patrimonio di cultura di cui le imprese italiane sono depositarie e che va tutelato e preservato.
Il Nicolis, Museo-Impresa emblematico che ha fatto della cultura il “prodotto” da proporre al mercato, ospita, fra le sette collezioni di pezzi unici, anche una straordinaria raccolta di macchine per scrivere e strumenti di scrittura. I primi tentativi di costruire strumenti che consentissero la scrittura meccanica ai non vedenti risalgono al 1700, ma la prima macchina per scrivere costruita artigianalmente (denominata “cembalo scrivano“) fu brevettata nel 1855 dall’italiano Giuseppe Ravizza, mentre la produzione industriale iniziò intorno al 1874 negli USA, presso la Remington. Al Museo sono esposti circa 100 modelli che a partire dalla seconda metà dell’800 fino ai giorni nostri delineano la storia e l’evoluzione di questa straordinaria invenzione. Fra questi una Remington del 1897 che riporta proprio la firma “Cesare Verona – Torino”, l’allora importatore per l’Italia.
Ma non si può parlare di scrittura senza ricordare anche gli altri strumenti che le hanno dato vita e celebrato le capacità fascinatorie. Per questo a fianco del Museo Nicolis troviamo il Gruppo Aurora, il marchio che ha aperto il mercato delle stilografiche nel nostro Paese e che per intere generazioni è stato ed è il simbolo del prestigio italiano negli strumenti di scrittura.
Con Cesare Verona, ai vertici dell’azienda italiana e Vice Presidente dell’Associazione Aurea Signa si ripercorreranno le tappe che hanno caratterizzato l’evoluzione degli strumenti di scrittura, delle abitudini e delle passioni dei consumatori.
Marisa Paschero, psicologa della scrittura, ci aiuterà invece a interpretare il senso profondo dei suoi segni e dei suoi “codici”, evidenziando i tratti distintivi del carattere e della personalità che proprio la scrittura aiuta a capire.
Il dibattito, aperto al pubblico, sarà moderato da Donatello Bellomo, affermato scrittore e giornalista veronese che della scrittura ha fatto la sua professione e, di fatto, il senso stesso della sua vita.
A completare l’incontro dibattito una Mostra con alcuni dei pezzi più rari e prestigiosi delle collezioni Aurora e Nicolis.