Mostra, 1000 Miglia by Mailander

Home / Attività / Mostra, 1000 Miglia by Mailander
Museo Nicolis, 1000 Miglia by Mailander

Mostra, 1000 Miglia by Mailander

Dal 17 maggio al 13 ottobre in mostra anche al Museo Nicolis 12 foto conservate dal Revs Institute in Florida


L’esposizione riunisce una selezione di scatti realizzati da Rodolfo Mailander, grande fotografo degli anni ’50 dell’automobile.
Si tratta del primo frutto di un sodalizio tra la Fondazione Gino Macaluso per l’Auto Storicae i 4 principali poli museali dell’auto in Italia: Museo Nicolis di Villafranca di Verona, Museo Nazionale dell’Automobile di Torino, Museo Mille Miglia di Brescia,  e Museo Fratelli Cozzi di Legnano.


Al Museo Nicolis il focus si stringe sui fratelli Marzotto: figli di una famiglia di industriali di Valdagno, parteciparono spesso alla 1000 Miglia negli anni '50, quasi sempre su Ferrari. Nel 1953, Giannino Marzotto vinse per la seconda volta nella sua vita la corsa, con una Ferrari 340 MM. La Marzotto produceva filati e vestiti, peculiarità che permise ai fratelli di distinguersi in gara anche per lo stile: la loro eleganza moderna annunciava un’era di esuberanza e ottimismo.
Il Nicolis propone un percorso diffuso che vede al piano terra il cuore della mostra composta da dodici foto inedite, con soggetto i fratelli Marzotto nelle Mille Miglia tra il 1951 e il 1954.
Ad accogliere il visitatore una Lancia Aurelia B20 a celebrare le sue numerose vittorie: "E poi, scusa, come si faceva a dormire sapendo che fra un po’ sarebbero arrivati i fratelli Marzotto, veneti anche loro, “conti correnti” li chiamava la gente con un filo d’ironia. Giannino di Mille Miglia ne aveva vinte due, 1950 e 1953, sempre su Ferrari. Ma camminavano forte anche i fratelli Vittorio e Paolo e Umberto aveva dimostrato il suo coraggio alla Mille Miglia del 26 aprile 1953 su Aurelia B20 in coppia con Gino Bronzoni.  L’anno prima, alla Mille Miglia del 1952, ben quattro Aurelia B20 si classificarono nei primi dieci posti."
Il criterio espositivo è emozionante grazie a scenografie immersive ispirate agli anni ’50 come il Bar Sport, l’ufficio del Giornalista, il Pilota e il Foto Reporter. Lungo il percorso anche i Trofei vinti da piloti leggendari come Nuvolari e Ascari, l’Officina d’epoca con banco Bugatti e numerosi modelli di automobili (circa 20 su 90 auto esposte) che parteciparono alla Mille Miglia tra cui l’iconica Lancia Astura Mille Miglia del 1938 e la Fiat 1100 Sport Motto del 1948, esemplari unici che gareggiarono proprio alle edizioni storiche.
Proprio come il cinema e le altre forme d’arte, “la corsa più bella del mondo” ha espresso ciò che l’Italia sentiva di se stessa. L’obiettivo della Leica di Mailander è diventato così una finestra su un passaggio cruciale della storia dell’Italia, permettendoci di rivivere la rinascita delle grandi ambizioni di una nazione, attraverso quella che aveva smesso di essere una semplice corsa automobilistica.
Un’avvincente narrazione ambientata nell’Italia postbellica, quando una competizione automobilistica divenne un vero e proprio fenomeno culturale: questa è 1000 Miglia by Mailander, l’inedita mostra che racchiude alcuni dei più significativi scatti realizzati da Rodolfo Mailander, fotoreporter e poi responsabile delle relazioni internazionali per FIAT. A 100 anni dalla sua nascita, l’esposizione racconta il trait d’union tra cultura, società e mondo automobilistico, offrendo ai visitatori uno spaccato di un Paese unito dalla passione per le corse. Aperta al pubblico da venerdì 17 maggio 2024, la mostra propone un viaggio a tappe in pieno stile 1000 Miglia, coinvolgendo quattro dei principali poli museali dell’auto in Italia - Museo Mille Miglia di Brescia, Museo Nicolis di Villafranca di Verona, Museo Fratelli Cozzi di Legnano e, a partire dal 6 giugno 2024, Museo Nazionale dell’Automobile di Torino – e la Fondazione Gino Macaluso per l’Auto Storica in un unico progetto. Primo frutto di questo sodalizio inedito, l’esposizione offrirà in ciascun museo una selezione di immagini che Rodolfo “Rudy” Mailander ha realizzato con la sua Leica alla “corsa più bella al mondo”. Scatti di assoluto pregio, eccezionalmente concessi dal prestigioso Revs Institute in Florida, per dar vita ad uno spaccato storico e culturale di cui la 1000 Miglia è al contempo protagonista e contesto.

Contenuto della Mostra al Museo Nicolis


1. La Ferrari 212 di Giannino Marzotto, detta "L'Uovo", costruita da Paolo Fontana su progetto di Sergio Reggiani, 1951
2. La Ferrari 166 di Paolo Marzotto e Marino Marini con la carrozzeria di Touring, 1951
3. Vittorio Marzotto nella sua Ferrari 225 S spider carrozzata da Vignale, 1952
4. Giannino Marzotto e Marco Crosara sulla Ferrari 340 MM spider, carrozzata da Vignale su progetto di Giovanni Michelotti, 1953
5. Umberto Marzotto e Gino Bronzoni sulla Lancia Aurelia B20 GT, 1953
6. Umberto Marzotto e Gino Bronzoni sulla Lancia Aurelia B20 GT, 1953
7. Giannino Marzotto e Marco Crosara che vincono la 1000 Miglia su una Ferrari 340MM Spider nel 1953
8. Vittorio Marzotto, da solo alla 1000 Miglia nel 1954; fu il primo anno in cui i piloti poterono partecipare senza copilota
9. Giannino Marzotto con la sua co-pilota e cognata Gina Tortima, 1954
10. Giannino Marzotto intervistato alla radio prima della partenza, 1954
11. Paolo Marzotto (con gli occhiali da sole) sale sulla sua Ferrari 375 MM disegnata da Pinin Farina, 1954
12. Vittorio Marzotto sulla sua Ferrari 500 Mondial, disegnata da Sergio Scaglietti, 1954

Il Contesto. A cura di Danilo Castellarin
La Mille Miglia: Tutto andava piano nell’Italia degli anni Cinquanta. Tante biciclette, molti cavalli che trainavano carretti, qualche Vespa, pochissime automobili. Correva forte solo la Mille Miglia che partiva da Brescia nel cuore della notte, arrivava a Roma e poi tornava da dov’era partita.
Sogno notturno: I piloti si chiamavano ‘corridori’ e i bolidi ‘macchine da corsa’. L’intero Paese trascorreva una notte insonne, si accalcava nelle curve più difficili e sistemava qualche vecchia sedia davanti all’uscio di casa per vedere da vicino i ‘Cavalieri del Rischio’.
Fra campioni e povera gente: C’erano i campioni come Ascari, Villoresi, Bonetto e una struggente nostalgia per il grande Nuvolari che se n’era andato per sempre nell’estate del 1953 dopo aver regalato a uomini e donne l’orgoglio d’essere italiani, vincendo gare in tutto il mondo. Ma correvano anche dozzine di persone anonime che volevano vivere quel sogno almeno una volta nella vita.
Radio a valvole: La televisione sarebbe arrivata nelle case di pochi fortunati solo nel 1954. Tutti però avevano la radio a valvole che si accendeva piano, con una luce verde che sembrava un occhio magico e ti faceva sognare. «Maria, alza il volume che voglio sentire chi è in testa alla Mille Miglia», urlava il nonno duro d’orecchi mentre sfrecciava la Ferrari di Cabianca, il veronese che correva forte.
La Bianchi della zia Olga: Verso mezzanotte i bambini si davano pizzicotti sulle guance per restare svegli.  Mamma e papà volevano spedirli a letto ma loro avevano sentito da zia Olga, appena arrivata con la bici Bianchi lucida e nera, che le macchine più belle -quelle rosso fuoco come le Alfa, le Maserati e le Ferrari- sarebbero arrivate solo all’alba.
I Fratelli Marzotto: E poi, scusa, come si faceva a dormire sapendo che fra un po’ sarebbero arrivati i fratelli Marzotto, veneti anche loro, “conti correnti” li chiamava la gente con un filo d’ironia. Giannino di Mille Miglia ne aveva vinte due, 1950 e 1953, sempre su Ferrari. Ma camminavano forte anche i fratelli Vittorio e Paolo e Umberto aveva dimostrato il suo coraggio alla Mille Miglia del 26 aprile 1953 su Aurelia B20 in coppia con Gino Bronzoni.  L’anno prima, alla Mille Miglia del 1952, ben quattro Aurelia B20 si classificarono nei primi dieci posti.
Cronaca di gara: Intanto i giornalisti scrivevano i reportage sulle macchine Olivetti e poi cercavano un telefono per dettare alla redazione la cronaca della corsa. Non esistevano telefonini, computer, e-mail. Molti scattavano foto col flash e poi spedivano i negativi al giornale, affidando le pellicole ai capotreni dei direttissimi, si chiamavano così i treni frecciarossa di oggi. Sperando arrivassero al traguardo insieme al vincitore…

La mostra 1000 Miglia by Mailander. Fotografie dal 1951 al 1957:  Quelli in mostra sono gli scatti che “Rudy” Mailander ha realizzato dal 1951 al 1954 alla 1000 Miglia, competizione che ha rivestito un ruolo chiave non solo nello sviluppo dell’industria automobilistica e nel motorsport, ma anche nella definizione dell’identità italiana nel dopoguerra. L’obiettivo della Leica di Mailander diventa così una finestra su un passaggio cruciale della storia dell’Italia, permettendoci di rivivere la rinascita delle grandi ambizioni di una nazione, attraverso quella che aveva smesso di essere una semplice corsa di auto. La sua maestria e il suo occhio, che ricordano quelli di un direttore della fotografia alle prese con inquadrature cinematografiche, hanno dato vita ad un reportage di immagini che evocano il cinema del Neorealismo: le figure eroiche dei piloti vengono immortalate in momenti conviviali, intimi, fuori dalla tensione della gara; intorno a loro, la folla diventa parte integrante della scena, persone comuni come attori nel “dramma” della gara. Ma a differenza del Neorealismo, lo sguardo è leggero: nelle foto vediamo una società unita dalla passione per le corse, la rinascita delle auto sportive italiane, la partecipazione alla gara del regista Roberto Rossellini e di videomaker hollywoodiani, i Marzotto, il cui stile giovane ed elegante soppianta le tute polverose preferite dalla generazione prebellica. Passeggiando tra gli scatti in esposizione al Museo Mille Miglia, osserviamo la carrozzeria delle auto da corsa, firmata dai grandi designer e dagli artisti, diventare meno utilitaristica e più elegante. Assistiamo a una gara che cresce in popolarità, con un sempre maggiore numero di piloti, celebrità e giornalisti stranieri; il carattere puramente italiano dell'evento, che prende il via nello splendido contesto offerto da Piazza Vittoria di Brescia, lascia il posto a sempre più partecipanti internazionali. Protagoniste della selezione di immagini esposte al Museo Nazionale dell’Automobile (MAUTO) sono le grandi personalità del mondo automobilistico ritratte alla 1000 Miglia da Rudy: piloti, team manager, ingegneri, giornalisti, tecnici. Enzo Ferrari, Juan Manuel Fangio, Stirling Moss, Alberto Ascari, la pilota Gilberte Thirion sono solo alcuni dei volti immortalati nei tanti momenti della gara, sia durante la competizione, che nel dietro le quinte. Al Museo Nicolis il focus si stringe sui fratelli Marzotto: figli di una famiglia di industriali di Valdagno, parteciparono spesso alla 1000 Miglia negli anni '50, quasi sempre su Ferrari. Nel 1953, Giannino Marzotto vinse per la seconda volta nella sua vita la corsa, con una Ferrari 340 MM. La Marzotto produceva filati e vestiti, peculiarità che permise ai fratelli di distinguersi in gara anche per lo stile: la loro eleganza moderna annunciava un’era di esuberanza e ottimismo. È l'Alfa Romeo, invece, la protagonista delle fotografie al Museo Fratelli Cozzi. Nel 1952 e 1953, quando l’Alfa si ritira dalla Formula 1, il suo pilota di punta Juan Manuel Fangio passa alle gare su strada e diventa protagonista della 1000 Miglia. In questi anni, la casa di Arese si posiziona spesso ai primi 10 posti: ma è soprattutto la bellezza delle vetture ad attrarre l’obiettivo di Rudy.

Rodolfo "Rudy" Mailander: La vita di Rodolfo Mailander (1923-2008) è tutta segnata dalla passione per le automobili. Inizia a fotografarle a soli 18 anni e già nel dopoguerra è l’inviato di importanti riviste automobilistiche, tra cui le prestigiose Automobil Revue e Auto Motor und Sport. Dal 1950 al 1955, Mailander utilizza la sua Leica per catturare con straordinaria chiarezza la rinascita delle corse in Europa. La padronanza delle lingue, la competenza tecnica e la conoscenza diretta dei protagonisti dell’epoca lo portano quindi a Stoccarda alla Daimler-Benz (Mercedes), come direttore delle relazioni esterne e dell’ufficio stampa. Nel 1960, si trasferisce a Torino per assumere il ruolo di direttore delle relazioni internazionali in Fiat; qui lavorerà per quasi 30 anni, dei quali buona parte come direttore di Presidenza a fianco dell’Avvocato Giovanni Agnelli e del Dottor Umberto Agnelli.

Il Revs Istitute: Il Revs Institute è una risorsa globale senza scopo di lucro per la comunità di studiosi di auto storiche. La sua missione è preservare l’automobile come lascito tangibile e come lente per comprendere il passato. L’istituto è noto per il suo museo a Naples, in Florida, dove sono esposte le oltre 100 auto delle Miles Collier Collections. Nella sua sede è custodito inoltre l’archivio con documenti originali e oltre 2 milioni di fotografie, una biblioteca con oltre 26.000 libri e 200.000 periodici legati alla storia dell'automobile, una struttura didattica per il programma di formazione continua RevsEd e un'officina che mantiene funzionante ogni vettura del museo. L’Ente custodisce anche la Rodolfo Mailander Photograph Collection, di cui ha digitalizzato i 30.869 negativi di Mailander, mettendo a disposizione tutte le immagini online nella propria Biblioteca Digitale.